Tante persone ogni giorno inviano sentite richieste d’aiuto, esprimendo l’accorato desiderio di potersi finalmente liberare da un amore malato.
E posso dire con profondo rammarico che per la maggior parte si tratta di donne.
Sono tante le storie che ogni giorno mi raccontate, ma gli stessi i copioni, e tutte accomunate da un triste comune denominatore, accettare l’inaccettabile.
Non mi riferisco necessariamente a maltrattamenti fisici. Quando parlo d’inaccettabile mi riferisco all’assenza di rispetto, sul quale si passa sopra con totale noncuranza pur di non guardare in faccia la realtà, e non rimanere sole. Peccato che se in una storia viene a mancare questo, manca proprio tutto.
Mancano le fondamenta che sorreggono tutta la struttura, destinata quindi prima o poi inevitabilmente a sgretolarsi.
Care donne il rispetto è importante e necessario. Ci vuole assolutamente se desideriamo vivere una storia d’amore soddisfacente, non basta costruirsi nella mente la “favoletta” del principe azzurro sul cavallo bianco!
Dipendenza affettiva una partita a due
C’è da dire che può capitare ad ognuno di noi di cadere nell’intricata rete di un amore malato. Non è qualcosa né di difficile nè raro.
E può avvenire in maniera anche molto rapida, pur avendo vissuto in passato storie con ben altre caratteristiche.
Il motivo è semplice, la fuori sono molte le personalità narcisistiche e manipolatorie, e sono anche molte le personalità insicure. Quando queste due tipologie di personalità si incontrano, iniziano una danza estremamente pericolosa e coinvolgente.
Entrambe hanno bisogno fondamentalmente l’una dell’altra. La parte narcisistica necessita di controllare, e divenire il burattinaio che tira le fila del proprio spettacolo.
La parte insicura di avere qualcuno vicino che lo protegga e gli dia validazione ad ogni costo. E per tanto seppur controllante meglio assieme a qualcuno piuttosto che soli.
Ebbene si entrambe si incontrano perché in qualche modo necessitano l’uno dell’altra. Il narcisista non avrebbe infatti vita lunga e facile con un’altra personalità più indipendente.
Il dipendente da parte sua sarebbe costretto a provare ad essere meno dipendente se entrasse in relazione con una personalità meno controllante.
E il gioco dura solo finché entrambe decidono di continuare a giocare. Questo ci dice quanto anche la parte insicura e dipendente (riconosciuta come presunta vittima), abbia in realtà la propria responsabilità nel reiterare questo gioco.
L’accettare tutto infatti mette l’altro nella condizione di continuare a fare ciò che fa. E i continui colpi sferrati dalla controparte mettono la parte insicura e dipendente nella condizione di perdere sempre più forza, indipendenza ed autostima. Tanto da non poter pensare di essere altrove che lì, nonostante l’indicibile sofferenza.
I due fattori scatenanti la dipendenza affettiva
Nelle relazioni non sane, sono due gli elementi principali che contribuiscono in breve tempo a mandare completamente in tilt il nostro sistema, e fanno si che si instauri una vera e propria dipendenza affettiva.
Mi riferisco all’ambivalenza e al provare emozioni molto intense, siano esse positive o negative.
Quando l’altro ha ripetutamente comportamenti non chiari, dice prima si poi no, per poi cambiare nuovamente le carte in tavola. Mi lascia, mi prende, scappa, poi torna super innamorato, mi dice cose belle poi brutte …
In poco tempo il gioco è fatto e sarò completamente in balia dell’ambivalenza dell’altro e di questi picchi emotivi. Il nostro sistema quando è nella totale incertezza reiterata e nell’ambivalenza, smette completamente di funzionare.
E ci si abitua ben presto anche ai picchi emotivi e si finisce col pensare che questa sia la normalità. Cominciamo a scambiare le montagne russe emotive per ciò che normalmente dovrebbe essere.
La normalità invece non è fatta da picchi emotivi, ma da costanza, coerenza e linearità. Tenete a mente questi tre fondamentali ingredienti e ricercateli sempre nella persona che avete accanto.
Una persona che può offrirci un amore sano sarà costante, coerente, lineare nei comportamenti, nel modo di parlare e di porsi con noi. E tutto questo ci darà quella sensazione di serenità che una storia sana dovrebbe offrirci.
Le montagne russe emotive sono sempre indice di amore non sano, e quando ce ne accorgiamo (a patto di voler vedere la realtà), occorre mettere la giusta distanza.
No Contact funziona?
No contact vuol dire non avere più contatti con qualcuno che ci fa solo male. Ma può significare anche ridurlo al minimo essenziale nei casi in cui interrompere completamente ogni contatto non sia possibile, ad esempio quando ci sono dei figli in comune.
Un aspetto che ritrovo spesso è invece una tendenza contraria al mettere la giusta distanza. Cioè l’intestardirsi nell’idea di doversi vedere per parlare, e portare ad ogni costo l’altro a capire le nostre ragioni ed i suoi errori.
Ci raccontiamo insomma che possa essere utile tentarle tutte, ed ogni scusa è buona pur di vederlo a tale scopo affinché cambi. Iniziamo insomma una missione sino all’ultimo respiro, allo scopo di provare a redimere l’altro e far funzionare il rapporto.
Quando lo capirete che non c’è nulla di più deleterio! L’unica vera rivincita non è cercare di portarlo a capire, o provare a cambiarlo, ma allontanarsi e riprendere in mano la propria vita.
L’altro non lo capirà mai e non cambierà di certo perché lo volete. Il vostro compito non è cambiare qualcuno ma guardare in faccia la realtà.
Vi illudete quindi e date solo modo a questo personaggio di reperire nuove cartucce da usare contro di voi. E continuerete di riflesso a vivere picchi emotivi fortissimi e molto dolorosi.
Il No Contact funziona ed è l’unico vero modo per mettere fine al gioco, e per uscire dalla spirale dell’ ambivalenza nella quale ci troviamo.
Praticare il No Contact consente di disintossicarsi e far si che un sistema completamente in tilt possa pian piano recuperare la propria normalità.
Allontanarsi dall’ambivalenza aiuta a ricentrarsi e a rimettersi in sesto. Il no contact quanto deve durare? Il tempo necessario a disintossicarsi, e non è possibile stabilire a priori una tempistica essendo essa molto soggettiva. Ma di certo quando il processo di guarigione sta attecchendo ed è a buon punto ce ne accorgiamo, lo sentiamo.
No contact: cosa non è
Il no contact non è un modo per riconquistare la persona amata, il no contact non è un modo per farla tornare!
Il no contact funziona, ma a patto di essere utilizzato il modo funzionale. Cioè come un sano momento, un sano spazio per sé, per ritrovare una normalità dimenticata, ed allontanarsi dalle grinfie del gioco perverso reiterato per troppo tempo.
Il no contact quindi non è assolutamente un modo per “ricattare”, fa sentire la propria mancanza, punire, affinché l’altro capisca e quindi di riflesso cambi idea.
Se pensiamo di utilizzare il no contact a tale scopo siamo ahimè fuori strada e continueremo solo a farci molto male.
No contact regole
Praticare il No Contact vuol dire non telefonare, non scrivere, non parlare con l’altro anche se lo si incontra e cerca di dirci qualcosa, piacevole o negativa che sia. Significa non rispondere a nessun tentativo dell’altro di entrare in contatto, o di provocarci, né scritto né verbale, e di limitarlo al minimo dove veramente serva.
Rimanendo in questi casi solo ed esclusivamente nei temi di interesse, ad esempio ciò che concerne un figlio.
Questo è uno dei concetti più difficili da far passare ad una persona che sta vivendo un amore malato, ma l’unica vera strategia risolutiva che consente un pò alla volta di tornare alla normalità.
Spesso la persona pensa di essere cattiva mettendo in atto una tale chiusura. Pensa di non potercela fare, e alcuni letteralmente scappano. E tornano ben presto a loro spese nel circuito deleterio dell’ amore malsano, pur di non uscire dalla loro zona di comfort.
Un professionista serio e preparato su tale tema potrà accompagnarvi nella costruzione di tale percorso. Un percorso non esente certamente da sofferenza, né senza impasse, ma finalizzato a recuperare se stessi, a ritrovarsi finalmente. Mettetelo in conto che non sarà facile ma possibile.
Ma come dico sempre occorre volerlo davvero e fermamente. Solo chi lo vuole davvero sarà disposto a fare ciò che serve.
Nessuno può farvi da carceriere ed impedirvi di farvi del male, solo voi ed il vostro reale desiderio di guarire possono venirvi in aiuto, e consentirvi di recuperare la vostra dignità. Tutto ciò assieme a degli strumenti che un professionista può fornire, e che è possibile costruire un pò per volta assieme.
Da più di 15 anni, ascolto e aiuto persone concretamente a uscire da situazioni difficili, e riprendere in mano la propria vita o con la consulenza psicologica online o presso i miei studi di Padova e Treviso.